… (aka non ho nemmeno voglia di inventarmi un titolo)

Capitano anche a voi quei periodi dell’anno, nei quali non c’è verso di fare niente?
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Quanto è causa dell’autunno che con il suo grigiore ha spodestato la ridente estate insieme alla mia voglia di vivere, quanto il nasochecoladaduesettimane mi sta logorando le interiora e la notte, costretta a dormire in piedi come i cavalli per evitare il soffocamento, quanto l’inizio del grande fratello e del suo live streaming, che guardare i concorrenti non fare niente mi fa sentire meno in colpa e quanto la mia pigrizia, che caso vuole, esce prepotente proprio quando è il momento di rimboccarsi le maniche e darse na sveja (per sottolineare l’intenzione!). Comunque anche questa mattina è andata persa nella sveglia che ha suonato alle 9 e la mia forza di alzarmi dal letto solo alle 10:45, nello scrivere questo post mettendoci un’ora, nel guardare sognante su youtube Richie Kotzen che suona quella santa chitarra e nel -nonfacendoniente- di quello che avevo prefissato tipo: contattare professore per tesi, finire di leggere libro, sbobinare lezione di italiano, finire video per 10 ottobre, ridare senso al mio stare nel mondo.
 
(E’ un’ora che cerco di argomentare la mia voglia di fare niente e non ci riesco, coerentemente con la questione)
Vado a fare il letto.

Amori Platonici (aka Richie Kotzen quanta roba sei?)

Sai quella sensazione di scombussolamento generale, quella sensazione di caos piacevole, quella sensazione di farfalle nello stomaco?

Sono nella fase di innamoramento, alla fine ci casco sempre, è più forte di me, quelle sensazioni sono troppo per me per non lasciarmi sopraffare, per restare impassibili quando passano e così ci casco e quasi sempre si parla di musica quando succede, la musica ha questo strano effetto su di me, i musicisti non ne parliamo, che tu suoni il kazoo, l’ovetto, un elastico tra i denti o lo strumento più figo del mondo (che devo ancora decidere qual è) non importa, “basta che suoni qualcosa” is the new “basta che respiri” (potremmo cadere in battute becere a doppio senso, tranquilli, sono venute in mente tutte anche a me).

Comunque boh (ci sta!) non volevo dire tutto quello che ho detto, ma solo che mi sono innamorata di questa canzone e conseguentemente di chi l’ha scritta, la suona e la canta (Richie Kotzen in pole position su Mike Portnoy e Billy Sheehan)  Mi rende felice e mi viene anche da piangere dalla gioia.

Ciao, domani ho un esame, pregate!

Proporzioni (aka La fine è inversamente proporzionale al tuo tentativo di raggiungerla) 

Secondo quale legge matematica ad ogni esame successivo corrisponde un “sono nella merda” > del suo precedente? Non sono d’accordo con la concezione lineare del tempo, non c’è nessun ca*** di progesso nel caso degli esami universitari, ogni volta è la stessa storia, è solo un dannato circolo vizioso di panico misto a pantano maleodorante, per il quale ogni tentativo di apertura libro è direttamente proporzionale alla tua voglia di urlare istericamente e vomitarci sopra, perchè una materia cosí dimmerda non l’avevi ancora studiata… Eppure è già la ventesima volta che dici la stessa frase, ma allora perché hai scelto di andare all’università? Qua si entra in materia psicologica e le mie competenze sulla disciplina si fermano a consigli utili dispensati a 14enni in erba che devono affrontare il primo giorno di liceo e la verità è che vorresti dire loro che stanno facendo un grosso, grossissimo sbaglio, che il latino del liceo stronca le carriere dei piú creativi e che sapere che la somma della metà di x e della sua terza parte sono uguali a 33, non ti farà capire come affrontare il fatto che quel ragazzo che ti piace tanto, ti ha tirato un mega pacco colossale senza neanche fartelo sapere, perchè evidentemente non meritavi una risposta… 

Fatto sta che le tue risorse sono limitate e sono finite, sei disidratata, satura e affaticata, le gambe fanno male, ma molto di piú il cuore… 

Arrivi alla fine, ma la fine non arriva mai… 
#nonsense